Gelormini vince l’Elitlopp a Stoccolma
«Vincere l’Elitlopp di trotto a Stoccolma è un sogno che facevo da bambino: io da piccolo non guardavo i cartoni animati, guardavo le corse di trotto in televisione…». Sessant’anni dopo Sergio Brighenti nel 1964 con Pack Hanover, quasi mezzo secolo dopo Giancarlo Baldi con Timothy T nel 1974 e 1975, e ventuno anni dopo il romano Giampaolo Minnucci, ultimo driver italiano a segno con Varenne nella più prestigiosa corsa europea di velocità sui 1.600 metri, un guidatore italiano — il 31enne piemontese Gabriele Gelormini, fattosi da solo e da zero da «emigrante» in Francia — vince l’Elitlopp all’ippodromo svedese di Stoccolma: prima qualificando al posto d’onore nella batteria il cavallo francese Hohneck affidatogli dal trainer Philippe Allaire, e poi vincendo la finale da quasi 1 milione di euro nel super tempo di 1’08”9 al km con una «guidata» sontuosa per coraggio e precisione. Il coraggio di «Gaby» Gelormini è, al momento della scelta dei numeri di partenza tra gli 8 cavalli qualificati, quello di scegliere il numero 1 dietro l’autostart, talmente scomodo e infelice sulla pista di Stoccolma da essere proverbialmente diventato una specie di maledizione per tutti i grandi driver che sino a quel momento dal numero 1 avevano lanciato solo trottatori poi «esplosi» in rovinose rotture al galoppo e squalificati come l’anno scorso il vincitore svedese di due anni fa Don Fanucci Zet. La precisione glaciale è quella con la quale Gelormini, scavalcato alle redini del suo Hohneck dal micidiale partitore svedese Onas Prince, frena un millimetro prima di tamponarlo, vi si adegua in scia per un paio di secondi, e poi a sorpresa lo attacca subito per affiancarlo e ripassarlo già alla prima curva, guadagnando quel consistente vantaggio che in retta d’arrivo gli consente di sottrarsi — con una vertiginosa frazione finale da 1’06” al km — al temuto speed dello svedese San Moteur e del francese Go On Boy, cavalli infine inseparabili in parità anche al fotofinish, con quarto ancora Onas Prince, quinto il francolandese campione uscente 2022 Etonnant, e sesto l’italiano Vivid Wise As, finito forte ma tardivamente con il driver Mathieu Abrivard. Per Gelormini «l’emigrante» è il successo destinato a cambiargli la vita, facendolo entrare nell’Olimpo dei driver mondiali dopo il quarto posto nell’Elitlopp 2021 con il trottatore francese Gelati Cut che aveva vinto la batteria, dopo il secondo posto a Parigi nel 2015 nel Gran Prix d’Amerique con l’outsider francese Voltigeur de Myrt, e dopo il secondo posto a Napoli nel recente Gran Premio Lotteria di Agnano, dove con l’indigeno Capital Mail per un soffio non era riuscito a sfuggire al favorito Vernissage Grif. (fonte: corriere.it - foto kanal75)
Gelormini vince l’Elitlopp a Stoccolma
«Vincere l’Elitlopp di trotto a Stoccolma è un sogno che facevo da bambino: io da piccolo non guardavo i cartoni animati, guardavo le corse di trotto in televisione…». Sessant’anni dopo Sergio Brighenti nel 1964 con Pack Hanover, quasi mezzo secolo dopo Giancarlo Baldi con Timothy T nel 1974 e 1975, e ventuno anni dopo il romano Giampaolo Minnucci, ultimo driver italiano a segno con Varenne nella più prestigiosa corsa europea di velocità sui 1.600 metri, un guidatore italiano — il 31enne piemontese Gabriele Gelormini, fattosi da solo e da zero da «emigrante» in Francia — vince l’Elitlopp all’ippodromo svedese di Stoccolma: prima qualificando al posto d’onore nella batteria il cavallo francese Hohneck affidatogli dal trainer Philippe Allaire, e poi vincendo la finale da quasi 1 milione di euro nel super tempo di 1’08”9 al km con una «guidata» sontuosa per coraggio e precisione. Il coraggio di «Gaby» Gelormini è, al momento della scelta dei numeri di partenza tra gli 8 cavalli qualificati, quello di scegliere il numero 1 dietro l’autostart, talmente scomodo e infelice sulla pista di Stoccolma da essere proverbialmente diventato una specie di maledizione per tutti i grandi driver che sino a quel momento dal numero 1 avevano lanciato solo trottatori poi «esplosi» in rovinose rotture al galoppo e squalificati come l’anno scorso il vincitore svedese di due anni fa Don Fanucci Zet. La precisione glaciale è quella con la quale Gelormini, scavalcato alle redini del suo Hohneck dal micidiale partitore svedese Onas Prince, frena un millimetro prima di tamponarlo, vi si adegua in scia per un paio di secondi, e poi a sorpresa lo attacca subito per affiancarlo e ripassarlo già alla prima curva, guadagnando quel consistente vantaggio che in retta d’arrivo gli consente di sottrarsi — con una vertiginosa frazione finale da 1’06” al km — al temuto speed dello svedese San Moteur e del francese Go On Boy, cavalli infine inseparabili in parità anche al fotofinish, con quarto ancora Onas Prince, quinto il francolandese campione uscente 2022 Etonnant, e sesto l’italiano Vivid Wise As, finito forte ma tardivamente con il driver Mathieu Abrivard. Per Gelormini «l’emigrante» è il successo destinato a cambiargli la vita, facendolo entrare nell’Olimpo dei driver mondiali dopo il quarto posto nell’Elitlopp 2021 con il trottatore francese Gelati Cut che aveva vinto la batteria, dopo il secondo posto a Parigi nel 2015 nel Gran Prix d’Amerique con l’outsider francese Voltigeur de Myrt, e dopo il secondo posto a Napoli nel recente Gran Premio Lotteria di Agnano, dove con l’indigeno Capital Mail per un soffio non era riuscito a sfuggire al favorito Vernissage Grif. (fonte: corriere.it - foto kanal75)
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